Ognuno di noi ha imparato a guardare il mondo attraverso gli occhi dei propri genitori, prima di crescere e acquistare la propria unica prospettiva; i bambini non hanno regole morali proprie.
Il bambino piccolo infatti capisce dal rimprovero o dal sorriso se ha fatto qualcosa di bello o brutto; ha quindi bisogno di un adulto che lo guidi in ciò che è bene e ciò che è male, per diventare autonomo.
Non tutti gli adulti hanno la stessa idea di cosa è bene e cosa è male, di cosa fa arrabbiare e di cosa rende felici .Talvolta all’interno della famiglia ci sono adulti severi e altri molto permissivi: ciò non è solo legato ai ruoli familiari o al carattere personale , ma talvolta può dipendere da un gioco delle parti, che produce alleanze con i bambini, contro un nonno o un genitore:il rapporto col bambino in questi casi serve per esercitare un potere contro un altro adulto .
I modelli di comportamento forniti possono allora essere anche molto discordanti o inconciliabili.
Gli stili educativi (Hoffman) si snodano su due dimensioni :
- permissività versus severità
- ostilità versus sollecitudine.
Ne emergono 4 stili educativi:
Stili costrittivi
Stile costrittivo basato sul potere fisico
Prevede l’uso di punizioni corporali o privazione di attività piacevoli
• Sanziona con punizioni le trasgressioni
• Crea obbedienza basata sulla paura delle punizioni
• È efficace per inibire i comportamenti
• Rende più lenta l’acquisizione di una morale autonoma
• Rende più desiderabile il comportamento proibito perché percepito come trasgressivo
Stile costrittivo basato sulla sottrazione d’affetto
•Prevede l’uso di minacce di abbandono , di perdita di l’affetto o (finta) indifferenza dei tentativi di riconciliazione
da parte bambino
• Crea repressione dei sentimenti di ostilità verso gli adulti
•Mostra rapidi risultati nel controllo degli impulsi
• Predispone maggiormente a disturbi d’ansia o dipendenza
• Interiorizza norme ma anche senso di colpa
Stili persuasivi
Stile persuasivo razionale
- Spiega i comportamenti negativi e aiuta la costruzione di norme morali
- risulta lento nella acquisizione dei comportamenti
- richiede un certo grado di maturazione cognitiva del bambino.
- non aiuta l’elaborazione e l’espressione delle emozioni
Stile persuasivo emotivo
- fa appello alle emozioni degli altri
- deve essere realizzato all’interno di una relazione interpersonale forte
- risulta lento ma favorisce il controllo delle reazioni emotive.
Raramente i genitori si avvalgono rigidamente di un unico stile educativo. Più spesso tutti gli stili caratterizzano le strategie educative di ogni genitore ; alcuni genitori ad esempio hanno regole rigide per l’ordine, la pulizia corporale ma meno per l’alimentazione o l’acquisto di giocattoli o dolci. Ciò fa parte della natura umana e trasmette la cultura famigliare; crea anche un senso di appartenenza che viene vissuto come “normalità”. Ciò che risulta problematico invece è l’utilizzo incoerente dello stile educativo, di fronte alla stessa regola: ad esempio un genitore potrebbe concedere al figlio di non mangiare le verdure alcuni giorni, ad esempio la domenica durante il pranzo con i nonni, mentre potrebbe essere obbligato durante la settimana, quando cena da solo col padre o la madre. Si intuisce allora che il bambino, di fronte alla incoerenza sia confuso oppure cerchi di sfruttare la situazione per “piantare un capriccio” evitando magari di mangiare le odiate verdure! Se il capriccio ha la meglio è probabile che si ripeta ancora , magari esteso anche ad altri contesti. Ad esempio, un genitore estenuato dai capricci acconsente all’acquisto di un giocattolo al supermercato, consolidando così il comportamento fastidioso.
Questa dinamica avviene spesso in situazioni imbarazzanti o conflittuali, quando l’adulto percepisce come più pericoloso il capriccio, rispetto all’obiettivo educativo.
Alcune volte gli interventi educativi non vengono accettati perché ritenuti inadatti: il bambino percepisce come
“stonato” l’intervento, rispetto al comportamento solito o al carattere del genitore